17 set 2017

CAPSULE DI EMERGENZA

Risvegliato da un lungo letargo
e insoddisfacente inutile sonno,
mi rialzo a forza sulle stanche
gambe, a malapena reggono.
Mi chino nel raccogliere stracci
di una recente vana esperienza,
inciampo nel drappo scolorito
che ai piedi mi si avvolge.
Impreco tentando di sollevarmi 
e rovinosamente ricado esausto.
Come inghiottito dal fango,
torbido sentiero, odore stantìo.
Avanzo a carponi, faticosamente
trascinandomi, intorpidito dentro.
Sto vivendo un incubo astratto
dal quale non riesco a uscire,
una teatrale danza macabra
dalle sfumature poco piacevoli.
Con un sasso infrango il vetro,
si rompe esplodendomi addosso
con un devastante boato.
Stordito dal gran frastuono
mi trovo catapultato in acqua,
galleggiando nel chiaro abisso
trovo la forza di nuotare, adesso,
scoprendo un punto sicuro
riemergo dalle fredde fauci
di un perfido e sadico Morfeo.
Forse in salvo, forse in trappola,
percepisco la risata divertita
in cui é pronto a trascinarmi,
ancora una volta, nel suo grembo.
Chiedo aiuto e ricevo un famaco,
una capsula di emergenza
mi riporta nel giusto luogo,
nel quale, notevolmente rinsavisco. 
Facci caso quando mi guardi!
Non vedrai la mia lucidità, ma,
l' illusione di chi si crede guarito!

(dedicato ai malati di depressione)


17/09/2017         di Sergio Carion

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