26 dic 2017

PROFONDITA' DI CAMPO

Cielo d' inverno, mesmeritico abbaglio
fra le foglie cadute nel ombra spenta,
luce nel buio respinge l' essenza
notturna sotto gocce d' acqua gelida.
Chiamate dall' angolo fra scheletri
e rami spogli, un ululato riecheggia
solenne nell' oscurità di qui regale.
N' é nulla tranne immaginazione
dal potente campo visivo sovrastante,
nelle profondità di un cuore livido
che vuole urlare, digrignare i denti
nell' atto a nutrirsi dell' anime perse.
Inusuale descrizione d' arte macabra
dovuta ad una sbronza di maldicenze,
velenose membra arcuàte sommerse.
Un tripudio di nere emozioni tombali
rinante dalla stantìa terra, d 'orrore
si ciba la creatura deforme e immonda.
Un viaggio attraverso timori e delirio
cercando una chiave liberatoria
dall' ibernazione che egli a scelto
d' accogliere nel suo grembo gonfio.
Forme ritorte, contorte assimilazioni
di pensiero nocivo quivi intossicano
l' animo puro di costui in li dormiente.
Svegliati dalla fossa la quale ti scavi,
non sei morto ancora, puoi tu risorgere!
Combatti perenne sperando e soffrendo,
nell' attimo in cui t' accasci esausto
trattieni il respiro, sospiro dolente
fascia il volto rigato di pungenti lacrime.
Ascolta la voce del mio sollevare!
E' tempo di risveglio, dolce rialzarsi,
sentire il profumo di ciò ti rinfranca.


26/12/2017              di Sergio Carion

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